10 dicembre 2017

PIZZA, PATRIMONIO DELL'UMANITA'

Otto anni di negoziati, trattative, speranze e poi l’ambito riconoscimento: la pizza napoletana è riconosciuta Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Ambasciatrice italiana nel mondo, simbolo della dieta mediterranea per eccellenza e portabandiera d’eccezione della nostra agricoltura: grano, pomodoro, olio extravergine d’oliva e mozzarella.

Già dagli ingredienti base si intuisce l’importanza per il nostro settore agricolo. Un riconoscimento che va ben oltre al piatto, alla specialità, alla ricetta perché premia le nostre produzioni vegetali e animali, l’artigianalità e la maestria dei pizzaioli napoletani, l’essenza di una città, di un territorio che ha trascinato l’intera nostra nazione. I numeri della pizza sono da capogiro: ristoranti e pizzerie tricolori all’estero sono ben 72 mila per un giro d’affari di 27 miliardi di euro. I dati, forniti da Confagricoltura, sottolineano anche che si vendono 5 milioni di pizze al giorno in Italia. I 25.000 locali con servizio al tavolo e gli altrettanti da asporto rappresentano un fatturato che sfiora i 10 miliardi di Euro Non vi è bisogno di aggiungere molto.

Il prossimo passo? Fare capire che la nostra pizza, ormai assurta a Patrimonio Mondiale deve, per completare un connubio perfetto, un corretto percorso enogastronomico, essere abbinata col vino e non con la birra. Un’ altra tradizione da tutelare in cui la tonda specialità partenopea potrebbe fare da traino. L’Unesco tra i beni immateriali ha già aggregato nel 2010: il pasto francese, non la cucina  precisiamo, ma la pratica sociale, poi la dieta mediterranea - in senso troppo lato per soddisfare completamente la tradizione italiana - e l’arte dei birrai belgi nel 2016.

Ora aspettiamo fiduciosi la tradizione enologica italiana o perché no proprio l’abbinamento vino e cucina, essenza dell’italico patrimonio culinario, sin dalle ricette che nascevano con il frutto di Bacco, usato per marinature, allo scopo solo di conservare carni e pesci. Un’altra bella storia da fare sapere al mondo che potrebbe  proprio prendere spunto dalla pizza. E già aspettiamo le disquisizioni tra partigiani di bianco, rosso, rosato, fermo o spumante!

 

 

 

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