7 marzo 2018

NON SIAMO TUTTI POLLI!

Gli allevamenti avicoli sono spesso – anche con valide motivazioni – e volentieri nel mirino della stampa, della comunicazione, ma non sempre, come capita troppo spesso, le notizie sono corrette ed esaurienti. Vediamo di fare un po’di luce, dando se non altro qualche informazione per un settore che nel solo Piemonte rappresenta 298 allevamenti di polli da carne e 121 di galline ovaiole, in entrambi i casi con più di 250 capi (Fonte: ISTAT e Banca dati nazionale), trascurando in questa sede, gli altri volatili.

Come appena riportato, dobbiamo anzitutto distinguere gli allevamenti per la produzione delle uova da quelli per la carne. I primi sono solitamente quelli che generano più confusione nel consumatore che viene bombardato di notizie frammentarie e spesso poco obiettive. Possiamo dividere le tipologie di allevamenti in due grandi categorie: in gabbia e a terra. Le prime, dal 2003, con la direttiva CE 99/74 devono avere caratteristiche specifiche (superficie minima, altezza tra le diverse strutture, lettiera, abbeveratoi, …) atte a porre gli animali in condizioni di vita quanto più salubri. Nell’allevamento a terra, come indicato dal nome, le ovaiole sono libere di razzolare in capannoni dotati di pavimento grigliato per lo smaltimento delle deiezioni. L’allevamento all’aperto ne è una variante con una sola parte coperta per permettere il riparo dalle intemperie. Sempre all’aperto ma con razze autoctone, più rustiche, e minori densità di popolazione per la produzione biologica che dovrà, ovviamente, essere tale anche per gli alimenti somministrati.

Quali sono i pro e contro? Negli allevamenti a terra, gli animali hanno maggior spazio, ossi più robusti e condizioni ambientali migliori ma, in compenso, la deposizione sarà meno costante e vi sarà maggior perdita di prodotto causa rotture di uova.

I polli da carne sono allevati a terra, sempre in capannoni; quelli all’aperto, laddove il clima lo permetta, sono usati per la produzione biologica. Da rimarcare che i polli sono solitamente ibridi commerciali che potranno essere macellati da un’età di 3 settimane fino a 2 mesi circa per la tipologia pesante.

Ancora una rassicurazione per chi fa la spesa: la somministrazione di antibiotici è pratica legale, entro limiti stabiliti, tempi di somministrazione rigorosi e sotto controllo veterinario anche se sono banditi sul territorio della Ue quelli che favoriscono la crescita.

 

 

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