18 aprile 2018

RETI ANTIGRANDINE, POLIVALENTI

La proroga al 23 aprile p.v. del termine per la presentazione delle domande per avere accesso ai finanziamenti (la dotazione nel PSR piemontese è di 4 milioni) per gli investimenti in azioni di prevenzione volte a ridurre le conseguenze di probabilità di calamità naturali, avversità atmosferiche ed eventi catastrofici, ci riporta alle reti antigrandine (Mis.5.1.2 azione1). Il contributo, per chi potrà accedervi, è pari al 50% della spesa sostenuta per la realizzazione degli impianti. La grandine rientra tra le avversità più temute dall’agricoltore, viticoltore in primis, e le reti, a fronte di elevato costi di acquisto e impianto, il metodo di lotta più convincente.

Parliamo comunque di lotta passiva in quanto l’intervento consiste nella protezione della coltivazione, non interferendo in alcun modo con la formazione dei chicchi, così come la stipula di una adeguata assicurazione che compenserà in termini economici la perdita dei frutti pendenti. Al capitolo della lotta attiva, possiamo invece annoverare razzi e cannoni d’urto, metodi che dovranno cercare di limitare le dimensioni dei cristalli di ghiaccio. Nel primo caso, si tratta di inviare nell’atmosfera dello ioduro d’argento che agirà da sostanza enucleante, aggiungendosi al pulviscolo e creando così tanti poli di aggregazione che porteranno di conseguenza alla riduzione delle gocce e quindi dei chicchi. La valutazione dei risultati conseguiti non trova sempre tutti d’accordo e ancora meno, specie la comunità scientifica, si trova coesa sull’utilità dei cannoni generatori di onde d’urto con la detonazione allo scopo di spaccare o impedire la formazione dei chicchi. Il dubbio fondamentale risiede nel raggio d’azione dei cannoni (circa 800 m) allorché le nuvole grandigene si formano dai 2.000 agli 11.000 metri. La forza stessa dell’onda - e quindi l’impatto acustico - è messa in dubbio, questi due metodi devono poi essere correlati a una ottima e continua attività di monitoraggio e previsione meteorologica.

Le reti garantiscono una protezione totale, inoltre, possono risultare efficienti anche contro gli animali selvatici e, con l’apposita magliatura, anche contro alcuni insetti, come già accennato quando abbiamo trattato della cimice asiatica. Non ultimo, contrariamente a quanto avverrebbe con l’assicurazione che non impedirebbe la perdita parziale o totale del prodotto, in caso di evento dannoso, non si perde il cliente che ritira il prodotto, si mantiene la manodopera e laddove la rete funga anche da protezione contro certi parassiti, si limita la distribuzione di antiparassitari chimici. Considerazioni sociali, economiche e ambientali da non sottovalutare in fase di scelta del metodo di lotta da adottare.

 

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