24 giugno 2018

ATTENTI AI LUPI!

Specie pericolosa, nociva, il lupo risultava scomparso all’inizio del Novecento. In Italia era confinato in un’areale limitato tra l’Appennino centrale e meridionale. Dagli anni ‘70 del secolo scorso, si assiste a una inversione di tendenza, una lenta ripresa che, oggi, diventa preoccupazione.

Le motivazioni del ritorno del lupo? Principalmente lo spopolamento delle zone rurali, in primis delle vallate alpine, e alcune leggi a tutela della specie: il lupo non era considerato cacciabile e la sua protezione era una priorità. Si aggiunga anche la notevole capacità di resistenza e adattabilità del canide che si muove con facilità in ambienti sfavorevoli, nutrendosi con quanto disponibile e non stupirà l’attuale consistenza stimata in 47 branchi sull’arco alpino di cui 21 nel solo Piemonte, e almeno 101 capi in provincia di Cuneo. L’intero nostro territorio regionale sembra colonizzato, e la riproduzione vede aumentare in modo preoccupante i capi in purezza e gli ibridi. Il ritrovamento di 60 capi morti, negli ultimi due anni, anche in prossimità degli abitati, ci fa pensare che perdano la naturale prudenza, aumentando così i fattori di pericolo per le persone e i capi allevati.

Nel periodo estivo della transumanza i più a rischio sono ovviamente i pastori all’alpeggio che possono difendersi con reti elettrificate, sistemando mandrie e greggi in ricoveri notturni e con l’ausilio dei cani che possono diventare un problema per chiunque si avvicini a bovini e ovini e quindi anche per gli escursionisti. Mezzi che dimostrano tutti i loro limiti e che devono, in primis, essere supportati da una adeguata legislazione, attualmente inesistente. Il problema può essere contenuto con la limitazione controllata dei capi che passa obbligatoriamente da “prelievo, cattura e abbattimento a condizione che non esista un’altra soluzione valida” come sottolineato più volte da Confagricoltura. Sempre tenendo conto dei vincoli eco-ambientali che non devono pregiudicare il mantenimento della popolazione.

I lupi sono anche a bassa quota, sempre più in prossimità degli insediamenti umani. Si spera che le istituzioni agiscano quanto prima, senza aspettare che ai già ingenti danni economici – sostituzione dei capi uccisi, cura di quelli feriti e mezzi di protezione -  per gli allevatori, non si debbano anche annoverare vittime umane!

 

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