30 gennaio 2018
L'OPERAZIONE 10.1.7 DEL PSR
Anche il paesaggio assume importanza nell’attuale programma di sviluppo rurale del Piemonte. Il testo del PSR sostiene la necessità del sostegno della conservazione degli elementi naturaliformi dell’agroecosistema nell’ottica del contrasto della semplificazione del territorio rurale, della riduzione della sua diversità biologica e del deterioramento del paesaggio, dovuti all’agricoltura intensiva e alla diffusione di infrastrutture e insediamenti commerciali, industriali e abitativi. L’obiettivo è mantenere e migliorare biodiversità e paesaggio limitando la contaminazione delle risorse non rinnovabili - acqua, suolo, aria - da parte delle attività agricole e l’adozione di pratiche agricole e forestali idonee ad incrementare il sequestro di carbonio migliorando nel contempo la conservazione del sistema suolo.
Questi obiettivi si concretizzano nell’operazione 10.1.7, che si articola in 3 azioni:
1. gestione di formazioni vegetali e aree umide;
2. coltivazioni a perdere per la fauna selvatica;
3. gestione di fasce inerbite ai margini dei campi.
Azione 10.1.7/1. Gestione di formazioni vegetali e aree umide
L'azione sostiene la manutenzione di formazioni vegetali e aree umide realizzate quali investimenti non produttivi nell'ambito dell'operazione 4.4.1 del PSR 2014-2020 o della misura 216 del PSR 2007-2013. Tali elementi naturaliformi, inframmezzati alle coltivazioni, sono atti a costituire zone di rifugio per la fauna selvatica, zone ove le specie di insetti ed altri organismi utili (ad esempio predatori delle specie dannose alle colture) possano trovare rifugio e possibilità di riproduzione, e fasce tampone ai margini dei campi. Essi inoltre favoriscono un graduale miglioramento del paesaggio agrario, anche mediante la schermatura di elementi dissonanti. Le aree umide possono assumere anche funzione di ecosistemi filtro in corrispondenza di scarichi puntuali, attraverso
- la salvaguardia della biodiversità vegetale e animale e del paesaggio,
- la riduzione dell’inquinamento da composti azotati e fosfatici e da prodotti fitoiatrici, non solo per la proibizione di concimazioni e trattamenti, ma anche per la funzione di fitodepurazione di scarichi puntuali o di fasce tampone composte da formazioni arbustive e/o arboree e fasce inerbite;
- la copertura vegetale del suolo assicurata dalle formazioni arbustive e arboree oggetto di sostegno e dalle fasce di rispetto inerbite che le circondano, con funzione antierosione;
- il conseguente sequestro di carbonio atmosferico nei tessuti vegetali e nel suolo, favorito dalla manutenzione degli elementi arbustivi e/o arborei e delle fasce di rispetto inerbite,
l'azione può concorrere a incoraggiare una fruizione ecocompatibile di aree a elevata valenza ambientale o paesaggistica (mediante escursioni in bicicletta o a cavallo, birdwatching, attività didattiche e di ricerca naturalistica) consentendone la massima conservazione per una fruizione di lungo periodo, contribuendo a determinare nelle aree interessate condizioni più favorevoli allo sviluppo locale e alla creazione di piccole imprese.
In particolare, l'azione sostiene la manutenzione di:
- siepi (arbustive e/o alberate);
- filari (singoli e/o affiancati);
- macchie, piccole formazioni boschive;
- alberi isolati;
- zone umide, laghetti, stagni, maceri, etc.
oggetto di sostegno nelle passate programmazioni dello sviluppo rurale oppure realizzate ai sensi dell’operazione 4.4.1 quando sarà attivata.
Le formazioni arbustive e arboree devono essere costituite da specie appartenenti alla flora autoctona, o comunque storicamente presente nel territorio interessato.
Le cure per la manutenzione includono:
- l'irrigazione di soccorso (non compensata);
- il controllo manuale o meccanico delle infestanti intorno alle piantine, senza far ricorso a interventi chimici;
- la reintegrazione delle fallanze entro la primavera successiva;
- la potatura di formazione e mantenimento.
Per la gestione delle aree umide, le attività di manutenzione includono:
- la sistemazione e pulizia degli argini;
- il controllo dell'idroperiodo, della portata e dei livelli idrici;
- il divieto di utilizzo degli invasi per l'acquacoltura o la pesca (impegno non compensato).
Gli elementi ambientali e paesaggistici devono essere circondati da una fascia di rispetto inerbita, che deve essere gestita mediante sfalci e trinciature, evitando il periodo fra il 1° marzo e il 31 luglio di ogni anno al fine di non compromettere la riproduzione della fauna selvatica.
Le superfici interessate dall’azione non devono essere trattate con prodotti fitoiatrici, a eccezione degli interventi ammessi dalla normativa sull’agricoltura biologica, e devono essere mantenute libere da rifiuti di qualsiasi genere (impegno non compensato).
Le fasce di rispetto obbligatorie a completamento degli elementi paesaggistici (siepi, filari, etc.), nel caso in cui questi elementi siano realizzati lungo i corsi idrici, devono rispettare le norme di Condizionalità ai sensi della BCAA 1 (introduzione di fasce tampone inerbite di 5 metri di larghezza lungo i corsi d'acqua); in quanto caso il pagamento limitatamente alle fasce di rispetto viene ridotto.
La durata dell'impegno è di 10 anni, con possibilità di proroga.
Azione 10.1.7/2. Coltivazioni a perdere per la fauna selvatica
L'azione, di durata quinquennale, richiede di effettuare coltivazioni a perdere per l'alimentazione della fauna selvatica su terreni investiti a seminativi nei 5 anni precedenti l’anno di emanazione del bando. Affinché l’aiuto sia adeguatamente giustificato dai benefici ambientali dell’intervento, il ritiro dalla produzione e la coltivazione di prati avvicendati sono ammissibili, nel loro complesso, per non più di due anni nel quinquennio precedente il primo anno di impegno.
Le coltivazioni a perdere oggetto di impegno non devono ricadere in aree in cui è praticata la caccia. Sono ammissibili le aree protette istituite dallo Stato, dalla Regione (legge regionale 19/2009) o dalle Province, le Oasi faunistiche e le Zone di ripopolamento e cattura. Le coltivazioni a perdere oggetto del presente intervento non possono beneficiare di altri finanziamenti.
Le coltivazioni a perdere possono essere seminate in parcelle o a strisce, anche fra loro affiancate. Esse possono essere realizzate sotto forma di fasce marginali di appezzamenti coltivati per scopi produttivi. La loro densità di coltura deve essere pari a quella ordinariamente adottata per scopi produttivi.
Ciascuna parcella o fascia marginale destinata a coltivazioni a perdere deve avere un’estensione compresa fra 500 e 4.000 metri quadrati e una larghezza minima di 10 metri. Sui terreni oggetto dell’intervento devono essere coltivate almeno due fra le seguenti colture: frumento tenero, frumento duro, segale, orzo, avena, grano saraceno, mais, sorgo, miglio, panico, erba medica, trifoglio, veccia, colza, ravizzone, girasole; le colture possono variare durante il quinquennio d’impegno.
Nelle singole parcelle o strisce marginali può essere presente anche soltanto una coltura.
A partire dal secondo anno di impegno, in queste formazioni dovranno essere presenti almeno una coltura a semina autunnale e almeno una coltura a semina primaverile; le colture a semina autunnale dovranno rappresentare nel loro insieme almeno il 25% della superficie oggetto di impegno; parimenti, le colture a semina primaverile dovranno rappresentare nel loro insieme almeno il 25% della superficie oggetto di impegno. Pertanto, nell’ideare l’adesione a questa azione occorre prevedere fin dall’autunno precedente (situazione che non sempre si presenta, vista l’epoca di apertura dei bandi - primaverile) il raggiungimento di questa proporzione tra semine autunnali e semine primaverili. Questo in quanto le coltivazioni a perdere devono essere lasciate in campo non raccolte, a disposizione della fauna selvatica, almeno fino al 30 settembre dell’anno successivo in caso di semina autunnale e almeno fino al 1° marzo dell’anno successivo in caso di semina primaverile; sono quindi possibili avvicendamenti, sulle stesse particelle, tra colture a semina autunnale e colture a semina primaverile, a meno di variazione, ammessa, tra le particelle castali oggetto d’impegno; in caso di variazione sulle particelle sostituite occorre rispettare i tempi minimi di mantenimento delle colture autunnali (almeno fino al 30 settembre dell’anno successivo ) e primaverili (fino al 1° marzo dell’anno successivo).
Naturalmente sono vietati tutti gli interventi di fertilizzazione con concimi di sintesi e trattamenti con prodotti fitoiatrici, ma per il rispetto degli impegni assunti (per esempio divieto del diserbo chimico) deve essere curato il buon esito delle colture a perdere affinché possano fornire un effettivo contributo allo sviluppo della fauna selvatica.
Qualora non vi sia una separazione fisica o un confine ben individuato (es. in caso di fasce disposte lungo il margine di appezzamenti), le coltivazioni a perdere devono essere realizzate con colture diverse e quindi ben distinguibili da quelle coltivate sullo stesso appezzamento con finalità produttive, in modo da poter essere trattate in modo differenziato. Durante il periodo di impegno è possibile variare le particelle catastali oggetto di intervento, che rende possibile, come detto, ottenere dal secondo anno il bilanciamento richiesto tra colture autunnali e colture primaverili.
Azione 10.1.7/3. Gestione di fasce inerbite ai margini dei campi
L'azione 10.1.7/3 ha durata quinquennale e richiede di realizzare, ai margini delle coltivazioni, superfici inerbite improduttive finalizzate a favorire la biodiversità. Inoltre, tali superfici tendono a tutelare la qualità delle acque riducendo l’inquinamento da fertilizzanti e fitofarmaci, a incrementare la dotazione di sostanza organica dei suoli e a contrastare l’erosione.
L’impegno consiste nel:
- realizzare superfici permanentemente inerbite sotto forma di fasce di 5-10 metri di larghezza e/o di appezzamenti di non più di 4.000 mq di estensione, situati ad almeno 30 metri di distanza l’uno dall’altro, attraverso la semina di un miscuglio comprendente leguminose quali trifogli, medica, lupinella, ginestrino, sulla;
- gestire le superfici oggetto di impegno mediante sfalci e/o trinciature, evitando il periodo compreso fra il 1° marzo e il 31 luglio di ogni anno al fine di non compromettere la riproduzione della fauna selvatica. Sono comunque fatte salve le prescrizioni vigenti nelle aree “Natura 2000”;
- non sottoporre le fasce inerbite superfici oggetto di impegno a trattamenti con prodotti fitosanitari e a fertilizzazioni, e mantenerle libere da rifiuti di qualsiasi genere e non utilizzarle per il transito o l'accesso agli appezzamenti (impegno non compensato).
Le fasce inerbite devono essere ben distinguibili dalle superfici coltivate con finalità produttiva sul medesimo appezzamento.
Il sostegno dell’operazione 10.1.7 non è cumulabile sulla stessa superficie fisica con il sostegno di altre operazioni o misure del PSR, ma questi elementi del paesaggio, coltivazioni a perdere e fasce tampone possono essere soggette al vincolo di condizionalità (azione 1) o utilizzate come EFA del greening (tutte e tre le azioni). In questi casi però l’importo del sostegno cambia, e parecchio, per evitare la duplicazione di finanziamento.
Contributi previsti:
Azione 10.1.7/1.: 1.000 euro/ha (80 euro/ha per le fasce di rispetto inerbite utilizzate come EFA o soggette al vincolo di condizionalità BCAA1 in caso di formazioni limitrofe a corsi d’acqua);
Azione 10.1.7/2.: Coltivazioni a perdere per la fauna selvatica: 1.000 euro/ha (250 euro/ha per le colture a perdere utilizzate come EFA);
Azione 10.1.7/3.: Gestione di fasce inerbite ai margini dei campi:1.000 euro/ha (80 euro/ha se utilizzate come EFA o soggette al vincolo di condizionalità BCAA1).
E’ possibile che per la prossima campagna 2018 vengano aperti i bandi per la presentazione di nuove domande di sostegno (presentata cioè come primo anno d’impegno e assoggettate alla graduatoria regionale).