22 gennaio 2018

POCHI I GIOVANI IMPRENDITORI AGRICOLI. PERCHE'?

Nelle ultime settimane circolavano informazioni ottimiste: voci, articoli  e dati sull’aumento dei giovani in agricoltura, sul sensibile ringiovanimento del settore, che  sono subito stati smentiti da quanto pubblicato dalla direzione generale dell'agricoltura della Commissione Europea. L’andamento nel nostro Paese, anzi, dimostra un peggioramento della situazione a livello della gestione delle aziende (4,5% di imprenditori agricoli con età inferiore a 35 anni sul totale, nel 2013 , contro il 5,1 nel 2010). Nello stesso periodo, nell’UE, il numero di giovani agricoltori è calato del 30%.

Giovanni Chiò, presidente ANGA Piemonte e Novara ci dice che ” i giovani in agricoltura ci sono ma non rivestono funzioni imprenditoriali e ciò per numerosi motivi.” Spesso nelle famiglie, i genitori conducono l’azienda fino all’età pensionabile senza delegare ai figli, non solo per una mentalità tradizionale ma perché non vi sono gli strumenti per favorire l’inserimento giovanile.

“ Riguardo al PSR, le attese dei giovani sotto i 40 anni  sono state disilluse. Troppi vincoli, tanti cavilli, basti ricordare che proprio la misura relativa al miglioramento aziendale in pianura dedicato ai giovani, da noi, ha visto escluse 471 domande sulle 867 presentate.”

“Mancano gli strumenti per permettere lo sviluppo aziendale e le regole accessibili per fare impresa, continua Chiò, bisogna chiudere le filiere, puntare sulla formazione  altrimenti la tanto auspicata necessità di cooperare viene meno”. Per concludere con un segnale positivo, il giovane imprenditore precisa che l’unico beneficio al giorno d’oggi è “una maggiorazione del 25% sul pagamento di base sui titoli PAC per i primi 90 ha”.  Un lumicino per i giovani che, ricordiamo, ci sono in agricoltura ma restano imbavagliati dalla mancanza o l’impossibilità di accedere agli strumenti di innovazione con la relativa preclusione di evoluzione.

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