18 febbraio 2018

OGM, IL VENTO SOFFIA NELLA GIUSTA DIREZIONE?

Alla lettura dei principali quotidiani, negli ultimi giorni, viene in mente una pubblicità, lo spot martellante che la identifica e che , tutti, almeno una volta, abbiamo usato e che oggi sarebbe quanto mai d’attualità: “Ti piace vincere facile”. Non esageriamo dicendo “stare dalla parte degli Ogm” ma, per lo meno, non denigrarli, sembrava una posizione border line, da sussurrare, defilata, lontana dalla demagogia e dalla apparente massa dei pecoroni. Era di per se una posizione corretta e di vittoria scontata proprio perché da sempre non esistevano prove provate della loro pericolosità, dannosità, azione negativa nei confronti dell’uomo e dell’ambiente.

Anche se con la dovuta circospezione e cautela, il mondo accademico, non puntava il dito contro gli Ogm e, adesso, finalmente, vengono alla luce dati pesanti, solidi e inappuntabili: la pubblicazione di uno studio da quattro ricercatori dell'Università e della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa sulle colonne di «Scientific Reports», rivista del gruppo «Nature».  Gli scienziati hanno valutato i risultati di 64 ricerche condotte in 21 anni di coltivazione mondiale di mais geneticamente modificato, tra il 1996 e il 2016. I risultati sono rassicuranti e indicano che il cereale geneticamente modificato non comporta rischi per la salute umana, animale e per l’ambiente.

Un avallo della comunità scientifica che conferma la correttezza della posizione da sempre adottata da Confagricoltura ma che non soddisfa completamente coloro che da sempre sono i paladini di una guerra, da sempre solo di propaganda, anche perché  scevra da qualsivoglia dato che dimostrasse effetti negativi da ascrivere ai tanto odiati Ogm. Da quanto emerso oggi, non aspettiamoci, almeno non palesemente né da tutti i benpensanti, ammissioni di colpe, presa di coscienza di essere incappati in madornali errori di valutazione ma un permanere nel dubbio, un pescare nel torbido che continuerà ad ammorbare fiotti di consumatori che non informati adeguatamente e correttamente continueranno a vedere negli organismi geneticamente modificati dei nemici la cui mancata coltivazione, sottolinea Confagricoltura, in «vent'anni di divieti ha portato a perdite consistenti nelle rese e nel reddito degli agricoltori italiani, più di 125 milioni di euro all'anno di mancato guadagno».

E polemicamente, viene da ricordare che se siamo uno dei 17  Paesi in cui è vietato coltivare piante Ogm, sottolineiamo coltivare difatti non sono prescritti né l’importazione né tantomeno l’utilizzo dei medesimi. La Commissione Europea parla di 30 milioni di tonnellate di soia e  tra 0,5 e 3 milioni di tonnellate di mais Ogm introdotti annualmente nella UE. A nessuno sembra una contraddizione? Una posizione ambigua, poco chiara? In questo caso, a chi decide, sembrerebbe importare poco della salute del consumatore, dell’ambiente e dell’economia delle nostre aziende. Per coerenza, oltre alla coltivazione, avrebbe essere dovuto essere impedita anche l’introduzione dei prodotti modificati sul territorio nazionale. Vedremo ora cosa succederà.

 

 

 

 

 

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